PREMIO BERTOLI
Le mie classifiche
#StoryTelling

Modena, 26 novembre 2016

modena3

Arrivo a Modena in una luce bellissima che cancella in pochi secondi i giorni di
pioggia insistente e il grigio opaco, che opprime, come la paura di esondazioni o altri disastri ambientali.modena1
E’ come il sorriso di un amore nuovo che mette le strisce rosa su ogni abito. Quello che mi fa amare la vita nonostante i lividi è proprio questo: ci sono i giorni di sole che arrivano proprio lì in quel momento violento, drammatico, scuro e accendono tutto, come le luci elettriche dell’albero di Natale.

Sotto quelle luci mi faccio travolgere da un cane che pesa il doppio di me (quanto resisterò ancora senza?) e mi ritaglio il tempo per comprare quel profumo annusato a Parigi e che spero diventi il mio “odore” nuovo.  modena2A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io, in fondo. Eccola Piazza Grande. C’è sempre una canzone nelle città dell’Emilia Romagna e tanta gentilezza. Guardo con ammirazione lo struscio del sabato pomeriggio. Sento lo sguardo divertito di chi cerca un appuntamento o di chi semplicemente risponde al bisogno di un’identità collettiva. provincia può essere insidiosa, ma Modena è proprio bella. modena6

La convocazione al Teatro Storchi per il Premio Bertoli è alle 20.30. C’è il tempo per un brindisi nel bar del teatro. Sono arrivati anche Andrea e Lidia, la factory del cuore. Della mia stima per Pierangelo Bertoli ho già scritto qui  e non starò quindi a dilungarmi sul bisogno che sento di difendere la sua memoria. La verità è che mi piace moltissimo la sua famiglia che ogni anno riabbraccio con la stessa forza. Bruna (la compagna di sempre di “Angelo”) è in giuria con me e come me non è mai contenta del risultato;-) Petra (c’è un disco che si chiama come lei), Emiliano (il fratello bello, come dice Alberto) Lorna (una cuoca straordinaria quasi quanto il suo cuore) e Alberto che ha la tenacia e la lucidità delle persone per bene. Non si può resistere a tanta integrità ed è per questo che ogni anno accetto l’invito. Anche se, come ben sa Riccardo Benini, altro motore del premio, raramente mi trovo in accordo con la giuria che decreta i vincitori dei nuovi talenti.

modena7

E’ proprio per questo che, per chi c’era, o per chi vedrà, ho deciso di pubblicare la mia classifica dei finalisti. modena5Avrei premiato in ordine sparso e quindi vi segnalo per l’ascolto Loopen per la freschezza delle idee appoggiate sui suoi appena 18anni, Noemi De Simone (eliminata purtroppo dalla finale ma vincitrice di un premio speciale) per la chitarra, l’ironia e il testo de L’idiota, Giulia Olivari perché nonostante le incertezze vocali ha portato un vento fortissimo di allegria e di originalità e Tonia Cestari perché ha testa e ironia. Inventa e sorride, rarità assoluta nel panorama attuale. Ha vinto invece Mezzania. Ho capito, frequentando da qualche anno i concorsi e i premi, che le giurie sentono sempre il bisogno di dimostrare quanto siano brave, piene di paura per la semplicità comunicativa. Mezzania è brava, nulla da dire, ma di un’inutile severità. Pronta ad essere smentita, mi chiedo se il prossimo anno tornerò ancora e mi rispondo di sì per i mille motivi di cui sopra, compresa la gioia di che crede nella musica e fa viaggi e ti ringrazia e si emoziona tantissimo.

 

Passando dalla gara alla celebrazione devo dire che quest’anno ho trovato superlative tutte e 4 le esibizioni dei Premiati. Davide Van DeSfross che si misura con successo con la parte sarda di Spunta la luna dal monte, Luca Barbarossa che rispolvera con la sua chitarra una attualissima Al di là del muro, Enrico Ruggeri che porta Quello che le donne non dicono, Peter Pan e Mistero all’essenza imprescindibile di una tastiera e di una voce. E poi Ermal Meta, che mette tutto il cuore che ha in una versione acustica di A parte te.

 

modena8

 

 

 

Nonostante la stanchezza, il brindisi notturno è d’obbligo. E’ a quel tavolo che passa tutta la verità, la gioia e la stanchezza. Alberto ha un sorriso che non si spegne mai, militante come il suo cuore che ne ha viste mille ma non si arrende mai.

Paola Gallo©

 

Condividi sui social:

4 Comments

  • Capisco che la Sardegna sia lontana dall’Italia, capusco che non indossavano il vestitino della domenica, capisco che il rock sia in Italia come la bestemmia per un bigotto,ma c’eravamo anche noi,i Golaseca… dopo 12 ore di nave e quattro di macchina,quelli vestiti da pirati, forse fuori moda per un teatro e la musica così ” giovanile ” ascoltata dai vecchi… si c’eravamo anche noi con un brano intitolato “la notte dei papaveri” eravamo li da soli, senza casa discografica,senza amici giornalisti e senza manager influenti. E ci siamo sentiti soli proprio come in questo articolo dove neanche veniamo citati ne rispettati per il nostro lavoro. Questa è l’Italia… Grazie per averci fatto sentire vivi.

    • Questo è quello che avrei voluto gridare urlare… quello che provavo nei primi istanti,poi ho guardato tutto con calma e passione, ed ho pensato che è un’esperienza che insegna,che fa capire e crescere,che ero li per onorare un grande cantautore e le sue canzoni,un palco bello e grandi musicisti… e tutta larabbia diventa gavetta e montagne da scalare. Questo è un musicista, solo e libero,vivo e in perenne contrasto col mondo, ma pur sempre vivo. Un abbraccio a tutti.
      Ps se avessi lasciato un commentino classico non lo avrebbe letto nessuno,in Italia serve la polemica .
      Complimenti a chi ha vinto

    • Roberto buonasera. Se lei mi conoscesse saprebbe quando amo la Sardegna e quanti amici cari ho nella sua terra. Detto questo, come avrà letto, io mi sono limitata a citare gli artisti che hanno risvegliato in me un interesse. Ascolto per passione e lavoro musica da parecchi anni e ancora mi diverto molto. Non eravate gli unici credo senza manager o amici giornalisti ed io peraltro non avevo amici tra i concorrenti in gara. Ironia della sorte mi piace molto il rock e Piero Pelù, che lei deve amare molto, è stato per anni con i Litfiba un mio punto di riferimento. Vede, ho amato molto la sua voce, sono stata pacata nel mio giudizio proprio perché detesto e non ritengo (al contrario di lei) indispensabile la polemica, ma rivendico il mio diritto ad esprimere un parere. Forse perché, proprio come lei, ho fatto tanti anni di gavetta e ancora mi muovo come un outsider nel mondo del giornalismo. Si faccia dare un consiglio, non sprechi le sue energie “contro”, ma si adoperi per cercare un’ulteriore originalità. Buona fortuna, spero di ritrovarla presto sulla mia strada musicale.

Lascia un commento