CARMEN CONSOLI: Eco di sirene
Live sold out a Milano

Milano, 21 marzo 2017

Ho visto suonare Carmen Consoli per la prima volta alla Polygram di Milano, la sua casa discografica. Da allora, tranne qualche sparuto caffè e/o torta alle pere, l’ho sempre intercettata con la sua chitarra che inventa canzoni e trasferisce viscerali racconti ormai da più di 20 anni. Il tour Eco di sirene non fa eccezione, ma se possibile ne esalta la funzione.  Incastonata in una conchiglia, Carmen brandisce chitarre e canzoni, manovra la sua pedaliera e si fa accompagnare da un violino e un violoncello, rigorosamente al femminile: Emilia Belfiore e Claudia Della Gatta.

Soprattutto per noi donne i dischi della Consoli hanno fatto la rivoluzione. Nessuna aveva cantato prima “triste annoiata e asciutta” o “era disperatamente sola alle porte dei sessanta tristemente avvolta da vistose piume di struzzo e volgari ferraglie” o ancora “sentivo l’odore mentre sprofondavi tra le sue labbra, pregavi perché non finisse“. Cantautrice, donna profondamente libera, che brandisce con la chitarra e la sua voce le insidiose ombre del femmineo.

Ma la Cantantessa non è solo questo. E per lei le opportunità sono davvero pari: la violenza familiare, la solitudine dolorosa, le deportazioni naziste, la terra, il pettegolezzo che uccide. Nelle sue canzoni si può leggere e approfondire. Testi ricercati, sarcasmo esasperato, capacità di disegnare le parole e un rigore che non fa sconti: <<Eco di sirene perché, al di là della malia delle nostre voci e della nostra beltà dopo ore di trucco e parrucco e il fatto di essere incastonate in una magnifica conchiglia- racconta e ironizza Carmen in uno dei pochissimi interventi parlati – la storia ci dimostra che questa canzone è sempre terribilmente attuale. Si continuano a fare guerre, a non accogliere, ad andarsene come l’Inghilterra o a creare muri come l’America>>. E ad ascoltare la canzone vengono i brividi: “Giochi di potere sulla nostre pelle su quegli uomini armati di romantici ideali. Qualunque sia il compenso non restituira’ mai il giusto. Saremo pronti a celebrare la vittoria e brinderemo lietamente sulle nostre rovine…”.

La scaletta non lesina canzoni, dalle pagine più nascoste ai successi: da Maria Catena a Parole di burro, Contessa Miseria e L’ultimo bacio. Mio zio, Mandaci una cartolina e Confusa e felice senza tralasciare quello straordinario, provocatorio Amore di plastica e la luce che le illumina gli occhi mentre presenta Questa piccola magia dedicata al figlio Carlo:Questa piccola magia non è un sogno non è una spietata chimera e quasi comincio a credere che la felicità abbraccerà questa vita”. Un grande spettacolo che non risponde, come sottolinea la stessa Cantantessa sul finale, ad alcuna legge di marketing: “non sono in radio, non sono in classifica e vado pochissimo in televisione. Vi sono assolutamente grata e spero di essere sempre alla vostra altezza”.  Da questo spettacolo si esce più ricchi. Come quando si legge un buon libro e ci si promette che non se ne potrà più fare a meno.

Paola Gallo©

 

 

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4 Comments

  • Un’artista che ho amato fin dal principio, una donna che ammiro per la grande sensibilità e capacità di tradurre in parole le debolezze umane, mischiandole a suoni che a volte ti graffiano pelle, cuore e anima. Ecco, se potessi dare un Nobel per la letteratura,in Italia lo darei sicuramente alla Cantantessa… (Ed ho cambiato tutto di me perché non ero abbastanza… BluNotte per sempre nel cuore) ti abbraccio Paola. Daniela

  • L’ho sentita suonare in qualsiasi contesto: ai piedi della Valle dei Templi, al Forum, al Carroponte, in diversi teatri. La seguo da 17 anni (ne ho 24) e dopo ieri sono sempre più convinta che il teatro sia il vestito più bello per le sue canzoni.
    Comunque Geniale accostare assolo di un violoncello ed effetti di una pedaliera!
    Perla della musica italiana:)

    • Mi verrebbe da dire “rock” se non fosse una definizione abusata

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