21.3.2017 TOP&FLOP di Laura Valente
Il meglio e il peggio della settimana

Milano, 22 marzo 2017

Qualche giorno fa ero in un albergo e stavo mettendo i vestiti nell’armadio (ahimè, sono paranoica dell’ordine)mentre dal mio  smartphone ascoltavo distrattamente le novità di Apple Music.
A un certo punto una frase ha attirato la mia attenzione:
IN QUESTA CITTÀ MODERNA
CHE UN GIORNO SARÀ UNA CITTÀ ANTICHISSIMA
Si accende una diapositiva nel cervello, l’immagine è nitida e inequivocabile, così come il senso di caducità delle cose che sa evocare così potentemente.
Ma chi è? Guardo il nome curioso dell’artista (Le luci della centrale elettrica) e il titolo del brano (Stelle marine).
Continuo ad ascoltare. Arriva l’inciso ed è da pelle d’oca cerebrale:
L’ACQUA SI IMPARA DALLA SETE,
LA TERRA DAGLI OCEANI ATTRAVERSATI,
LA PACE DAI RACCONTI DI BATTAGLIA
Che testo saggio! Vado su Google, mi informo: Vasco Brondi, ecco chi è, cantautore colto e moderno che usa le parole come fa il pittore con i colori, e crea immagini:
IL CIELO È SEMPRE PIÙ BLU, BLU METALLIZZATO
UN BAMBINO APPENA NATO
LE SUE MANI SEMBRANO STELLE MARINE
In questa canzone c’è la vita, spietata, ma anche una chiave per aiutarci ad attraversarla, cioè entrando nelle cose dal loro tallone d’Achille.
C’è la speranza, quella di un bambino appena nato e delle sue manine, aperte e fiduciose.
E questo è, assolutamente e con riconoscenza all’autore, TOP dei TOP!!!!!!!!!!!

E poi c’è il FLOP, del tutto personale. Una coltellata alla mia coscienza, arrivata ieri, all’improvviso, mentre con mia figlia attraversavo sorridente Piazza del Duomo, sotto il sole e i piccioni.
Si avvicina una signora anziana, tende la mano, dice che ha fame. È l’ennesima richiesta di spiccioli della giornata. Ma forse questa volta è una cosa diversa, forse la signora è veramente in difficoltà, non come quei ragazzi di poco fa che sono in forze e potrebbero trovarsi un lavoro. Da sei mesi sono tornata a vivere a Milano. E mi sto abituando al cinismo. E non so più come comportarmi, cosa insegnare ai miei figli. Non so se aiutare gli altri significhi anche  dare un euro a tutti quelli che me lo chiedono oppure no. So che è inutile farlo, che non si risolve così, ma so anche che, scostandomi dalla signora anziana in Piazza del Duomo, ieri, davanti a mia figlia, mi sono sentita una merda. Ed è un FLOP colossale. Un FLOP sociale. Siamo all’angolo, amici.

Alla prossima, con tutto l’amore che conta davvero!
Laura Valente

Condividi sui social:

2 Comments

  • Non siamo noi che dobbiamo sentirci delle merde.Chi ha ridotto la nostra società una discarica sta seduto nelle poltrone…. l’unico nostro torto è quello di essere troppo tolleranti.

    • In effetti non hai tutti i torti. Le fabbriche di armi che vogliono le guerre e affamano i popoli, tanto da costringere le persone a lasciare la loro casa per migrare nel “civile e ricco” Occidente, forse non ci danno possibilità decisionale. Ma il nostro subire silenzioso è colpevole, visto che NON siamo noi ad avere fame. Non trovi? E comunque credo fortemente che esista un micromondo nel quale NOI siamo le istituzioni e in cui possiamo credere in valori come la giustizia, l’uguglianza, la generosità e il rispetto reciproco. Il suo raggio d’azione è di pochi metri, ma la sua onda ha capacità propagatrici impressionanti. E chi è occupato ad operare nel suo micromondo, difficilmente avrà tempo per sentirsi vittima del macro. Laura Valente

Lascia un commento