A proposito di Donnarumma ed altre “cazzate”

Milano, 20 giugno 2017

 

Mi colpisce sempre l’indifferenza con la quale accettiamo tasse odiose, aumenti ingiustificati, risposte evasive di operatori, enti, compagnie pubbliche e private. Vivere è ogni giorno un labirinto, la cui uscita è fortuita, fortunosa, fortunata? Non c’è un percorso logico, ma tentativi. L’assicurazione pagherà il mio danno o dovrò adempiere ai punti 128 e 139 bis della polizza che ho firmato per sfinimento senza leggere le 10.000 clausole scritte con carattere invisibile? Riuscirò a chiudere il mio abbonamento telefonico senza pagare penali? Saranno passati gli anni obbligatori a cui mi hanno vincolata senza che me ne accorgessi? Le Province non sistemano più i sentieri e strade, occorrono volontari e i sindaci chiudono le strade, i ponti, i sentieri per la sicurezza dei cittadini.

I treni regionali sono pochi caldi e sempre in ritardo. Insomma in Italia governa la fortuna, la dose che abbiamo in sorte per schivare il dramma. Eppure le uniche forme di protesta che vomita il nostro stomaco sono per le “cazzate” e perdonatemi il termine ma un altro più adatto non lo trovo. Riempiamo pagine di diniego per i no di Donnarumma e per gli psicodrammi del calcio, condanniamo a morte immigrati, madri ed altri protagonisti della cronaca ma non andiamo mai a guardare il cuore del problema. Accettiamo tutto, di essere trattati come imbecilli che dicono di sì ad ogni ingiustizia, ma cadesse il cielo se di una situazione andiamo oltre al titolo, oltre alla prima riga.

Non siamo più capaci di essere civili, di amare la giustizia, di volere per noi un trattamento equo, ma siamo diventati velocissimi e senza pietà nel condannare calciatori e veline, immigrati e sa il cielo chi altro. Tutto tanto, ma per poco. Tutto urlato, tutto fortissimo. Spero tutta questa rabbia sbagliata non ci vada di traverso, perché poi non ci resterà altro che un cupo silenzio.

Paola Gallo©

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6 Comments

  • Valori, principi, educazione sembrano termini desueti oggi,il dizionario in alcuni momenti sembra estinto e noi che ci ribelliamo a tutto questo sembriamo dei dinosauri. Non sono cresciuta per adeguarmi alla massa, mi hanno insegnato a lottare e a credere che un mondo migliore poteva esistere a partire da noi stessi… oggi sembra utopico, ma per chi come me è nato negli anni ’60 forse per un po’ ci ha sperato e non solo. Sempre belle parole e ottime riflessioni le tue Paola, un piacere leggerti ogni volta

  • C’è solo da sottoscrivere ogni tua parola. Purtroppo nulla è a caso, come ognuno di noi è responsabile al cento per cento della propria vita, ma pochi ne sono consapevoli,così c’è chi è ben responsabile della risonanza di alcune notizie o eventi a scapito di altro più scomodi. Il problema è essere manipolati senza accorgersene e rifiutare di essere svegliati.
    Il risveglio costa fatica, di qualunque genere esso sia, e noi non siamo tutti ancora ad affrontarlo, soprattutto se non abbiamo la visione o il sentore di ciò che può riservare.
    Grazie sempre Paola.
    Marcella

  • Il guaio reale è quanta importanza si da a questo caso e quanto si sia indifferenti a tutto il resto che ci circonda!! Vuole andare via dal Milan, ma saranno anche problemi suoi se non vuole rinnovare, e non credo debba essere necessariamente legato ai soldi visto che fa parte di una categoria di privilegiati. Il fatto che la società sia cambiata, può far riflettere!! Il problema più grosso sono proprio gli italiani che di questo ne fanno una malattia, mentre non si rendono conto del degrado in cui il Paese sta cadendo. I problemi reali non sono questi, ma le persone che non riescono ad arrivare a fine mese, i giovani che non hanno un futuro e se lo hanno è tutto molto precario. I disastri della natura che ci stanno sconvolgendo, e poi non più tardi di oggi sento che a Londra un pazzo prende di mira i musulmani perché li vuole far tutti fuori. Ora meglio vado a letto!! Ti scrivo sempre a ore assurde, mio modo di dormire a spezzatino. Alle 16:00 è sempre un piacere leggerti. Un bacio ?

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