SANTIAGO tra rap, Fabri Fibra e Battiato
Intervista esclusiva

Milano, 13 luglio 2017

Marco Muraglia, in arte Santiago, ha trentadue anni ed è è originario di Brindisi, ha gli occhi azzurri e convince. Ha il passo deciso di chi ha vissuto e sa quel che dice, ma che non vuole sembrare arrivato, anzi. Ha mollato il rap e anni di rabbia e centri sociali per poter raccontare una speranza di equilibrio che non fosse stritolata dal genere. Ora ambisce al cantautorato pop e La stanza ne è un buon esempio. Sul braccio si è tattuato: Man dies, not his words, muore l’uomo ma non le sue parole e questo è il senso del lavoro che vuole compiere con la musica: lasciare il segno come Franco Battiato e Fabrizio De Andrè o almeno provarci.

Come mai dopo anni di rap hai deciso di cambiare rotta?

Il rap ha molte regole e molti schemi ed io non sono uno che riesce a seguirli, mi piace sperimentare e mettermi alla prova il più possibile in tutti i campi della vita. Ho fatto 10 anni di rap, ho girato l’Italia, ho avuto un sacco di complimenti perché i miei testi erano profondi mai superficiali. Dopo un po’ di anni però il rap paradossalmente mi ha limitato perché non riuscivo più a trovare un’evoluzione, qualcosa di diverso. E chiedendomi cosa mi sarebbe piaciuto fare, ho pescato negli ascolti dei miei genitori: Branduardi, De Gregori, De Andrè, Battiato su tutti e mi sono detto che avrei voluto tentare di fare, in piccolissimo, questo percorso. La mia necessità più grande era di trovare una forma di comunicazione diversa perché a 32 anni ho perso quella rabbia che avevo a 20 e che dava il senso al mio testo rap. Voglio provare a cantare anche se non sono un virtuoso ma ho tanto da comunicare. Sto imparando anche a suonare la chitarra per poter comporre, scrivere, che è la cosa che io adoro.

La stanza, il tuo brano ha “solo” 20.000 click su youtube e tu non arrivi da un talent, cosa ha convinto Universal a firmare con te?

Ho fatto ascoltare dei pezzi e ci hanno visto qualcosa che prescindeva dai numeri o dalla notorietà. Non ho dovuto utilizzare delle scorciatoie. Il mio obiettivo è che la maggior parte delle persone possa ascoltare la mia musica.

E’ romantico che questo possa ancora accadere e forse utile da raccontare

Mi da i brividi il pensiero. Tra l’altro nessuno mi ha imposto di mollare il rap o suggerito delle strade più facili. Io mi sono presentato già con i nuovi brani pop e nessuno conosceva il mio background. Questo contratto è arrivato nella maniera più naturale possibile, come ormai non accade più

Anche La Stanza trova una luce alla fine. Come se anche l’inquietudine a un certo punto possa trovare un suo viaggio possibile

Ho parlato d’amore perché è il linguaggio più facile da capire, ma il brano parla proprio della sensazione di sentirsi spaesati, fuori luogo come capita spesso a me e trovare un luogo dove sentirsi veramente protetto. Questa è la mia eterna ricerca.

Che canzoni ascolteremo nel tuo nuovo album?

Sicuramente si sentirà il percorso che ho fatto sinora. Ho cercato di cambiare il linguaggio ma non il contenuto. Io sono un fan del contenuto. Quando ascolto una canzone e mi arriva anche da quel punto di vista, per me è l’apoteosi. Un esempio è La Cura di Franco Battiato. Voglio tentare, ci voglio provare. Ho mollato il rap dove ero sicuro di quel che sapevo fare per sperimentare questa nuova strada. Ieri ho cantato La Stanza davanti a 3000 persone ed è stata una botta d’adrenalina incredibile

Senti di appartenere a questa nuova generazione di artisti che sanno raccontare ma non trascurano il suono come i Thegiornalisti per fare un nome?

Esatto. E’ il mio stesso tipo di ricerca. Nel mio disco ci sarà tanta sperimentazione . Sto cercando di metterci tutto quello che mi piace: dall’elettronica allo strumentale. Avendone l’occasione voglio fare tutto senza lasciare nulla al caso.

Chi interpreta oggi il rap in Italia?

Il vero rap in Italia lo fa Fabri Fibra e l’ha dimostrato facendo un bellissimo disco come Fenomeno. Nella sua discografia ci sono stati degli altissimi come Tradimento o Controcultura e questo è a quel livello. Se lui riesce a reinventarsi così ogni volta senza trascurare nessun dettaglio, vuol dire che è giusto che lui sia il re di questo genere.

Paola Gallo

 

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1 Comment

  • Sei già un grande e lo si capisce dalle parole con cui esprimi i tuoi stati d”animo e le sensazioni interiori che si rispecchiano nella gente comune.Un grazie a te ,Paola,per avermi dato voce ad un artista che certamente avrà tante cose da raccontarci con i suoi pezzi ,o meglio , con le sue poesie in musica.Grazie Santiago e grazie Paola

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