Niccolò Fabi​
Una Somma Di Piccole Cose

Milano, 20 aprile 2016 

Sto ascoltando “Una somma di piccole cose” di Niccolò Fabi ininterrottamente da due giorni,  non riesco ad uscirne.
Quando un artista riesce a rigarti il viso di lacrime come in una seduta di psicoterapia con un disco scarno, acustico, intimo, vuol dire che senza che tu te ne accorgessi, lui ti stava raccontando. Santificando i tuoi errori, consolando le tue virtù.
Se mentre soffrivi sentivi il dolore dei suoi testi, se il suo “Offeso” era il tuo, se “Costruire” fotografava il tuo muso indifeso verso il mondo, se “Le cose che non abbiamo detto” stava sotto le tue costole, oltre che sotto le sue, quello che stava avvenendo era una pericolosa, miracolosa identificazione.
“Una somma di piccole cose” è un disco senza il minimo appeal commerciale, un’opera meravigliosa. Priva di orpelli, ricchissima. Una imponente raccolta di piccole verità “Lascio andare il destino, tutti i miei attaccamenti, i diplomi appesi in salotto, il coltello tra i denti” (Vince chi molla).
“Tu insegni il silenzio in tutte le lingue del mondo, io scrivo d’amore ma poi mi nascondo” (Una mano sugli occhi).
“Ma le grandi rivoluzioni fanno molta paura come molta paura fa fare grandi rivoluzioni” (Non vale più).
“Facciamo finta che non mi spavento quando arriva la fine, prima o poi capita. Facciamo finta che chi fa successo se lo merita” (Facciamo finta).
Fino ad arrivare all’esplosione di puntini rarefatti della title track, fatta di piccoli importanti tentativi di vita “Una somma di passi che arrivano a cento, di scelte sbagliate che ho capito col tempo, ogni voto buttato, ogni centimetro in più, come ogni minuto che abbiamo sprecato e non ritornerà”.
Ecco, in questo piccolo evento musicale, io posso riporre i resti della mia fiducia, perché esistono uomini che sanno dire i miei malumori in poche impercettibili note.
Artisti che mi rappresentano.
Che mi fanno sentire meno sola, che rendono normali i giorni di pioggia, di malinconia.
Quello che sento di dovere a Niccolò, più che una recensione, è un grazie, di cuore.
PaolaGallo©

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