SAMUELE BERSANI live a Milano
#RecensioneFunky

Milano, 27 febbraio 2017

Samuele Bersani riprende da dove era stato costretto a sospendere. Ironizza su La fortuna che abbiamo, titolo che proprio tanto bene non ha portato. Spiega che un’esofagite da reflusso e niente di più eroico ha bloccato le sue corde vocali e aggiunge che se non avesse già scritto En e Xanax, Gaviscon avrebbe potuto essere un prossimo titolo. E’ allegro e intonato e mette in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano uno dei concerti più ispirati di sempre. Scaletta perfetta, con concessioni a perle rarefatte come Il pescatore di asterischi o Come due somari e titoli che scorrono come i riflessi iridescenti di Piccadilly.  Le mie parole, Spaccacuore, Replay, Giudizi Universali sono canzoni che ogni volta evocano un piacere speciale, che non rimangono mai in superficie e che ricordano quanta perfetta letteratura musicale ci abbia regalato Samuele.

Sul palco, oltre a lui, 8 musicisti, che non si creda che la canzone d’autore si accontenti di un giro di do e di qualche arpeggio. Si passa dal flauto traverso al rock di Chicco e Spillo che per un attimo ricorda la partenza de Gli spari sopra. Si attraversano contrappunti classici e medley che concedono persino qualche passo coreografico. Freak e Coccodrilli, ribelli e riarrangiate possono finalmente esplodere di gioia e arrivano subito dopo gli  applausi a scena aperta per Canzone, scritta con Lucio Dalla, che per Bersani è stato  fondamentale nella partenza e nello scorrere della sua storia musicale.

Lo scrutatore non votante, Occhiali Rotti, Cattiva ricordano con quanta lucidità e triste ironia Bersani riesca a centellinare parole che stigmatizzano come gocce di veleno le pessime abitudini o le tragedie contemporanee di una società che non riesce a vincere una guerra con se stessa. La t-shirt che indossa, con l’etichetta rigorosamente “made in Mexico”, recita: “I was anti-Trump before it was cool”. Riesco finalmente a leggere la scritta in camerino, per la foto di rito, scattata da Michele Monina, per l’occasione con gli occhi a forma di cuore;-) Sono felice di aver visto un concerto così appagante e di aver ormai capito che anche i primi delle classe sanno ballare e divertire. Che dono l’intelligenza, soprattutto quando fa sorridere e cantare e genera irrefrenabili standing ovation.

Paola Gallo©

 

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