PREMIO PIERANGELO BERTOLI:
Cosa (mi) rimane della quinta edizione

Modena, 12 novembre 2017

E’ finita di notte in un’osteria (e come poteva essere diversamente?) con me che guardavo da piccola fan Francesco Guccini, il vincitore di questa quinta edizione del Premio Pierangelo Bertoli. E credo che pochi artisti abbiano affinità superiori con Pierangelo. Quando ero piccola e tentavo di costruire la mia coscienza adolescenziale sulle frasi delle canzoni, Guccini e Bertoli erano tra i miei pensatori eletti. Duri, rivoluzionari, pieni di riflessioni da mandare a memoria anche e soprattutto quando parlavano d’amore. Tornando in albergo qualche ora fa canticchiavo Incontro e non l’Avvelenata scoprendo di sapere ancora tutte le parole a memoria anche se “la tristezza poi mi avvolse come miele per il tempo scivolato su noi due“.

Abbracciare Bruna (compagna di una vita di Pierangelo) che splendidamente emozionata ha premiato Francesco è stato commovente. Rivedere Lorna, Emiliano,  Petra e Alberto (centratissimo sia nel duetto con i Tazenda su Spunta la luna dal monte che nell’omaggio musicale a Guccini) è sempre bellissimo. Loro per me sono casa in una regione, l’Emilia, che mi accoglie da sempre con la morbidezza del suo accento e il rigore delle sue origini contadine.

Il Premio Italia d’Oro (il titolo spiega l’intenzione) è andato a Simone Cristicchi che ringrazio sempre per come riesce a farmi scendere negli inferi della mia coscienza (la sua interpretazione chitarra e voce di Ultimo valzer è stata da brividi) ma anche a farmi ridere sguaiata davanti a racconti che tengono la bocca aperta e fanno scendere  lacrime scomposte. Seguitelo a teatro se lo vedete in cartellone nelle vostre città. E’ un’eccellenza assoluta.

The Zen Circus hanno vinto il premio Per dirti t’amo. Sono in studio da un mese ed hanno sfoderato tutto il loro sound grezzo e convincente. Assolutamente a fuoco anche i Tazenda nella migliore delle formazioni dopo la scomparsa di Andrea Parodi e molto alto il livello degli 8 giovani finalisti. Come accade da sempre i miei 4 preferiti non corrispondevano con quelli degli altri giurati e mi dispiace soprattutto non aver visto in finale la Piccola Orchestra Karasciò di cui ascolterò al più presto il nuovo Qualcosa mi sfugge. Avrei visto in finale anche Alice Guerzoni, ho votato una donna, cerco di farlo sempre. Meritata la vittoria di Salvario (cantautore pugliese, nato e cresciuto musicalmente in provincia di Taranto ma trasferitosi  a Torino, nel quartiere San Salvario da cui prende il nome, da tenere sicuramente d’occhio) e la finale di Livio Livrea (n.d.r. il preferito di Bruna).

A differenza dell’eccesso di autoreferenzialità che si respira in altri contesti, godo sempre della bellezza sincera del Premio Bertoli. Dell’entusiasmo forte di Alberto Bertoli e Riccardo Benini e non riesco a non farmi contagiare dalla commozione e dalla speranza dei giovani in gara. Anche di quelli che sono passati di qui anni fa. Aperitivo in Piazza Grande con Francesco Bellucci, tenetelo d’occhio perché come ha dichiarato nella mia surreale IG story di ieri, tra dieci anni riempirà gli stadi come Vasco, al quale assomiglia moltissimo anche fisicamente.

Paola Gallo©

 

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1 Comment

  • Una serata che pur vissuta da spettatore , ti a reso partecipe con tante emozioni . grazie a tutti

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