#Sanremo 2018: Tanto amore, pochissima attualità e nessuna canzone brutta davvero

Milano, 18 gennaio 2018

Conoscendo Claudio Baglioni, ero convinta che quest’anno al Festival di Sanremo ci sarebbe stata un grande attenzione alle canzoni e l’ascolto effettuato oggi in Rai a Milano, mi ha dato la conferma. Vi tranquillizzo, non c’è nessuna canzone davvero brutta, ma non so se questo è un bene. Perchè, di contro, ci sono poche canzoni che spiccano davvero. Una classe di 20 alunni preparati, chi più chi meno, ma solo pochi primi della classe, almeno al primo ascolto.

Il mio podio allargato

Max Gazzè: Che bello se vincesse con La leggenda di Cristalda e Pizzomunno. E’ un brano orchestrale, ben scritto, che riporta a quei miti della letteratura che pochi possono permettersi di trasformare in canzone popolare. Altissimo livello, senza spocchia, ma solo con tanta poesia.

Ermal Meta e Fabrizio Moro: Sono gli unici a trattare un tema di stretta attualità. Non mi avete fatto niente (“tutto va oltre le vostre inutili guerre“) è un inno contro la paura da Londra a Nizza, passando per Barcellona, ricordando i tristi terreni di sangue e ribadendo il no alla paura e alla resa. Splendido l’incontro delle due voci che riescono a fondersi pur mantenendo ognuna la propria marcata personalità. Davvero efficace.

Diodato e Roy Paci: La canzone  parte rarefatta e poi esplode. Adesso è  il tempo esatto da cogliere per tornare a guardarsi negli occhi e togliere lo scudo di smartphone e tastiere. Un bel grido, convincente, sentito e viscerale. Con l’orchestra renderà ancora di più.

Giovanni Caccamo: Giovanni è proprio bravo, soprattutto quando mette a nudo  tutto il cuore che ha nella voce. Eterno è una canzone che alza gli occhi al cielo, che indaga e scruta con fiducia l’infinito. Quando lo ascolto penso a Battiato, ed è un complimento.

Conferme e sorprese

Enzo Avitabile e Peppe Servillo: “Io non mi sono mai sentito così vivo” è un passaggio de Il coraggio di ogni giorno, canzone intelligente ma non  intellettuale sulla speranza di ogni giorno di fare un altro passo in avanti. Piccolo inserto anche in lingua napoletana. Una conferma della qualità di Avitabile e Servillo.

Annalisa: Forse mai così a fuoco come ne Il mondo prima di te. “Dal punto più alto impariamo a volare” canta con voce intonata e rarefatta e credo che questa canzone d’amore non retorico potrà sicuramente aiutarla in un volo che veste a pennello. Bella sorpresa.

Lo Stato Sociale: Potrebbero essere la vera sorpresa del Festival. Una vita in  vacanza è un elenco incalzante di professioni e non solo che rimangono in testa. Mai banali, la loro sequenza irresistibile potrebbero travolgerci. “Per un mondo diverso libertà e tempo perso” lo slogan della loro campagna elettorale musicale.

Decibel: Portano una bella canzone d’autore con lo spunto di un omaggio a David Bowie, il duca del titolo (Lettera dal duca). “Io vivo in un’altra dimensione” è anche l’occasione per spingere lo sguardo, critico, sul panorama musicale di oggi. Intensa.

Ron: E’ uno dei pochi che ha ricevuto applausi dai giornalisti in sala. Almeno Pensami è proprio una canzone di Dalla anche se all’inizio c’è un Piccione che porta più a Povia che alle Rondini di Lucio. L’interpretazione è fatta con devozione. Un omaggio in toto.

Le Vibrazioni: Quota rock del Festival. Confermano il loro suono e la voce di Sarcina fa il resto. Così sbagliato è un inno agli errori e ai castelli di sabbia. Un bel ritorno, un’ottima conferma.

E’ bravo/a, ma…

Elio e le storie tese: Il loro è un addio in grande stile e lo raccontano con acume ed ironia. Nella serata dei duetti porteranno i Neri per Caso e questo già vale 1000 punti di simpatia. Ma, dopo la Canzone Mononota, tutto sembra meno. Il loro Arrivedorci è proprio quello di Stanlio e Olio citati anche nel testo.

Noemi: E’ una delle voci italiane che prediligo e proprio per questo vorrei che cantasse solo canzoni “perfette” per lei. Non smettere mai di cercarmi è una ballata che non aggiunge molto al talento della Leonessa. Una canzone d’amore che non la porta altrove.

Renzo Rubino: Renzo non sceglie mai in maniera banale  parole e interpretazione anche a costo di risultare scomodo. Custodire è una canzone d’amore di due “troppo giovani per invecchiare insieme”. Non ci sono entrata fino in fondo, vorrei un Renzo che mi facesse sentire più tranquilla. Ma sul palco come al solito crescerà.

Mario Biondi: Rivederti parte con il pianoforte e subito la sua voce riempie la canzone. Atmosfera da serata jazz e calda malinconia. “Entra se vuoi ma non portare via niente di noi” chiude un pezzone importante che in inglese, probabilmente, avrei adorato.

Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico: La protagonista è lei con tutta la sua storia. Bungaro e Pacifico si sentono poco, ma forse è giusto così per un  brano, Imparare ad amarsi, molto classico e femminile. Da Sanremo anni ’70 che non è detto sia poi un male.

Red Canzian: Canzone uptempo lontana dal mondo Pooh. Ognuno ha il suo racconto e Red Canzian lo esprime con grande semplicità (forse troppa?) da uno che è “diventato testimone del tempo“. Che vuol dire però, non smettere mai di crescere.

Rimandati/e, da risentire

Luca Barbarossa: Lo preferisco quando canta di amori rubati, muri da abbattere e Yuppies oppure Iappis se non mastichi l’inglese. Passame er sale è lenta e io, che oggi ero veloce, non ci sono entrata, ma proverò a ripassare.

Nina Zilli: L’avevo trovata finalmente a fuoco con Modern Art e ora mi sembra abbia fatto un passo indietro. Sacrosanto e da ammirare il desiderio di indagare il mondo femminile, ma Senza appartenere usa armi un po’ troppo retoriche.

The Kolors: Loro potrebbero davvero essere il nuovo che avanza e hanno suonato talmente tanto che sono la cosa più lontana da un “prodotto” preconfezionato. Frida però è una canzone che al primo ascolto si capisce poco, anche se è uno dei pochi brani dal suono assolutamente contemporaneo.

Fogli-Facchinetti: In tutto e per tutto una canzone dei Pooh. Ma allora perché sciogliersi? Comunque loro Il segreto del tempo lo conoscono bene.

 

Venerdì 9 febbraio tutte  le 20 canzoni vivranno di nuovi arrangiamenti ed ospiti. Ecco i primi annunciati oggi dal direttore artistico Claudio Baglioni: Le Vibrazioni con Skin, Ornella Vanoni-Pacifico-Bungaro con Alessandro Preziosi, Renzo Rubino con Serena Rossi, Facchinetti e Fogli con Giusy Ferreri, Annalisa con Michele Bravi, Luca Barbarossa con Anna Foglietta, Mario Biondi con Ana Carolina e Daniel Jobim, Giovanni Caccamo con Arisa, Red Canzian e Marco Masini, Elio con i Neri per Caso e Ron con Alice. 

Paola Gallo

 

 

 

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3 Comments

  • Ero tentato di non leggere per non lasciarmi influenzare ed essere privo di pregiudizi davanti alla tv. Poi non ce l’ho fatta! ? Curiosity killed the cat! Non posso ovviamente essere in accordo o disaccordo con te. L’unica cosa che voglio dire è che sono troppo felice che una grandissima come Alice torni sul palco dell’Ariston a duettare con Ron sul pezzo di Dalla! Per ora è tutto! Un caro saluto, Funkissima! ?

  • Ciao Paola, io le comincerò ad ascoltare come tutti da giorno 6/2/2018, ma sono di parte il mio sostegno sarà tutto per Meta-Moro. Sono due cantautori che amo. Poi arrivano gli altri. Comunque mi fido di te, anche se a Sanremo non vince mai il primo ascolto a mio avviso. Buona notte ? o buon giorno a secondo di quando leggi. ??

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