Il 2019 è l’anno di ACHILLE LAURO: un libro, un film e il Festival di Sanremo

Milano, 15 gennaio 2018

E’ curioso che il mio primo incontro tra gli  artisti in gara al Festival di Sanremo sia con Achille Lauro, uno dei concorrenti forse  più lontani da me, per età e genere musicale. Eppure dice di essere “sotto con i Beatles” e lì  ci si può incontrare proprio oggi A day in the life.

E’ chiaro da subito che è arrivato alla manifestazione canora più famosa in Italia dopo un percorso personale e professionale importante per numeri, collaborazioni, evoluzione. A Sanremo con Rolls Royce non farà trap, non si vestirà d’amore, ma indosserà un pop in stile anni 70/80 che pare sorprenderà: “Facevo trap tantissimi anni fa, ma ho una formazione e una crescita diversa. Ho avuto di recente il privilegio di collaborare con una stella del pop come Anna Tatangelo (riarrangiamento di Ragazza di periferia) e l’idea di essere su quel palco con tante star mi stimola e mi gratifica. Sarà sicuramente un esame ma sono allenato da tante date live.” Sollecitato da una domanda afferma che il venerdì gli piacerebbe ospitare un attore. E’ la sua prima conferenza stampa, grazie (scritto anche sul suo viso) e gratitudine sono le parole che ripete più spesso. Anche per i colleghi che lo conoscono in questa occasione è una buona sorpresa.

Le sue parole mi coinvolgono e incuriosiscono più dei tattoo sul suo viso. E’ proprio vero che il diverso mi stimola sempre, soprattutto se ha una storia da raccontare e ancora meglio se le sue premesse sono “Essere diversi ci ha salvato la vita. Gli angeli sono ancora seduti sulle panchine dove siamo conosciuti“. Classe 1990, periferia romana, degrado, voglia di riscatto, viene da subito notato dalla scena rap nazionale e già il primo mixtape Barabba (2013) è una pietra miliare e capostipite dell’underground.  Ad ottobre 2017 firma per Sony Music e partecipa come concorrente al programma Pechino Express viaggiando con il suo produttore concittadino Edoardo Manozzi, conosciuto anche come Boss Doms, nella coppia de I compositori. E’ con il suo socio, che definisce geniale oltre che un amico da sempre, che firma tutti i suoi progetti. A maggio era al Concerto del Primo Maggio di Roma. Dopo il successo del suo ultimo album Pour l’amor, Lauro calca i palchi di tutta Italia con un tour lungo più di un anno, che lo porta sul palco del Circo Massimo, a Roma, per lo storico concerto di Capodanno.

La sua storia è molto ben scritta nel libro, dal titolo di chiara ispirazione Shakespeariana, Sono io Amletoun viaggio psichedelico, visionario, malinconico e poetico nel mondo di Achille Lauro”  che apre le porte a questo 2019. L’artista  lo presenterà il 19 gennaio alla Libreria di Giulio di Matera (ore 17.30 – Via Dante Alighieri 61) nell’ambito del progetto  Matera Capitale della Cultura 2019 e martedì 22 gennaio a laFeltrinelli di Piazza Piemonte di Milano (ore 18.00).

 Dal 5 al 9 febbraio, Lauro sarà dunque tra i protagonisti della 69° edizione del Festival di Sanremo, in gara con il brano Rolls Royce per conquistare il pubblico durante la mostra musicale più importante d’Italia. Dirige l’orchestra il Maestro Enrico Melozzi, violoncellista geniale   che  aumenta la mia curiosità e stima. Il nuovo album uscirà in primavera e dal 10/5 sarà  in tour  sui palchi dei più importanti club d’Italia.

Parla di ego folle senza coscienza che non gli appartiene più e sulla tragedia di Corinaldo afferma che le sue parole sono state travisate: è addolorato per come sia stato manipolato. Il dolore per quel che accade nei concerti è prima di tutto degli artisti. Ci salutiamo con la proiezione di un ottimo docufilm che “bevo” davvero volentieri Achille Lauro No Face 1, un video diario che ci offre uno sguardo inedito su uno degli artisti emergenti più eclettici della nuova generazione musicale italiana. Si dice che la scena musicale underground di oggi si divida in rap e trap, Achille Lauro pare possa essere anche altro. Innovatore e precursore di nuove tendenze musicali, artistiche ed estetiche probabilmente a Sanremo ci sorprenderà. Stay tuned.

Paola Gallo©

 

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1 Comment

  • Bene, unito al personaggio. Anche se l’attore stesso è una specie di pazzo. È incredibile come siano riusciti a ritrarre un’immagine così complessa. È diventato un sex symbol

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