EMMA in concerto al Forum di Assago come la frontwoman di una rockband

Milano, 26 febbraio 2019

La prima cosa che colpisce del concerto di Emma (qui la mia video intervista) è il suono, che detto così sembra un’ovvietà. In verità mai come questa volta gli arrangiamenti, i musicisti, l’architettura delle canzoni sono gli unici protagonisti di uno show generoso e con una scaletta di oltre 20 canzoni. Niente distrazioni, zero orpelli, no video nè ballerini, solo canzoni, luci “suonate” come musica e 3 cambi d’abito che si svolgono su un piano rialzato a favore del pubblico. Nessun segreto, nè malizia o retropensiero, quello che arriva è l’assoluta necessità di una comunicazione diretta, il bisogno di essere “giudicati” solo per il proprio lavoro, per la passione, le canzoni, le idee musicali che scorrono una dopo l’altra. E che l’apporto fondamentale di ogni singolo strumento sia la base di un  processo che rende ogni suono unico ma corale lo si vede sin dall’inizio con un Effetto Domino che scuote il Forum di Assago (Mi) sold out e che  parte con Emma alle percussioni, decisa e carica di adrenalina. John Lennon diceva Love is the answer e oggi sembra la forma più alta di militanza.

Una partenza ricca di tensione, che prende un po’ fiato con Le ragazze come me e Occhi profondi. I brani attraversano il palco e vibrano nella voce del pubblico che riceve, applaude e restituisce emozione con grande generosità. Emma è commossa, stupita, probabilmente anche un po’ provata dalle polemiche strumentali ma rumorose dei giorni scorsi, ma procede con grande convinzione, intonata, capace di gestire anche alcune inevitabili lacrime. Toccante la dedica al padre, che con la sua chitarra ha trasferito l’amore per la musica alla figlia. Imbracciando lo strumento Emma regala un medley di Schiena, Nel posto più lontano e Coraggio.Restate umaniribadisce – non si tratta di politica ma di semplice umanità” e prosegue regalando hit che trasformano il palazzetto in un unico coro: L’amore non mi basta, Non è l’inferno fino al secondo medley che termina con l’acclamatissima Calore.

Le canzoni in alcuni casi si dilatano, lasciano il tempo ai musicisti  di renderle un posto nuovo e il feeling tra  Emma e Paul Turner (basso), Derrick McKenzie (batteria), Roberto Angelini, Giorgio Secco e Andrea Montalbano (chitarre) e soprattutto con il suo produttore Luca Mattioni (tastiere e sintetizzatori) è evidente. Sembra una rockband con una frontwoman. Del resta anche i Thirty Seconds to Mars hanno condiviso Love is madness con l’artista salentina e se non è rock’n’roll questo…Sono sempre felice quando vedo l’evoluzione in un’artista e devo dire che Emma in questo tour ha proprio raccontato quanta ricerca, determinazione e impegno ci siano nel suo cammino musicale. Un lavoro di sottrazione che ha aggiunto tantissima credibilità. Per chi ancora non se ne fosse accorto in 10 anni, forse è il momento di prendere atto che “è nata una star”.

Paola Gallo

 

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2 Comments

  • Era ora!! Forse togliendosi Amici di dosso gli è stato anche più semplice. Ho sempre sostenuto che ha più dato a quel programma di quanto non le fosse stato dato. Lei sono anni che sta dimostrando di non essere più la ragazza entrata nel talent. Brava Emma ti meriti tutto il successo perché tu sei una persona che si da completamente e soprattutto sei vera. Abbiamo bisogno di queste persone.
    Recensione bellissima come al solito cara Paola. Buon carnevale ?❤️

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