I NEGRITA STANNO BENE:
Il racconto del concerto di Milano

Milano, 19 maggio 2019

Avevo già visto i Negrita (qui la mia intervista) a teatro qualche anno fa e mi ricordavo molto bene il piacere di scoprire le canzoni nella loro sanguigna essenzialità. Il concerto dei 25 anni agli Arcimboldi di Milano ha riconfermato la splendida tensione che si prova quando il rock ti entra diritto nel cuore senza usare stratagemmi. Cesare, Drigo e Pau in una forma più che splendida hanno raccontato la loro storia, dopo l’eccellente passaggio al concerto del Primo Maggio a Roma, in più di due ore di set (per così dire) acustico. I ragazzi stanno bene come recita la canzone presentata al Festival di Sanremo e assemblano una scaletta intensa e commovente che ripesca anche brani a tasso emotivo altissimo come Hemingway.

Si vola in Sudamerica con Malavida in Buenos Aires riarrangiata in maniera originalissima e si ripercorrono le tappe da In ogni atomo a Magnolia, suadente e piena di fascino. Se Cambio e Il libro in una mano la bomba nell’altra perdono un po’ della loro originale aggressività, Ho imparato a sognare e Radio Conga acquistano sfumature nuove. Sale viene dedicata all’attuale vicepremier Matteo: “Era stata scritta per il trio delle meraviglie Berlusconi Bossi Fini e non si pensava che la situazione potesse peggiorare“. Il pubblico del teatro resiste per un bel pezzo, ma poi rompe le righe e si gode la parte finale della scaletta da Rotolando verso sud fino ai bis proprio sotto il palco.

Drigo regala una splendida versione de Il giorno delle verità e qualche assolo da fine musicista. Il clima è intimo ed emozionante. La commozione e la meraviglia del palco arrivano in platea e oltre. Mentre abbraccio i ragazzi dopo il concerto, rifletto sulla meravigliosa purezza di quel cammino. Non era facile resistere agli urti della vita, eppure i Negrita trascinano parole e attitudine rock con la semplicità dei più grandi. Il rock italiano non pare essere oggi in ottima salute, ma concerti come questi è come se gridassero al mondo che c’è ancora spazio per quelli bravi e che sanno faticarsi il successo…E’ che adesso che abbiamo imparato a sognare, non smetteremo.

Paola Gallo©

 

 

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