Samuel tra musica d’autore hip hop ed elettronica. Recensione di BRIGATABIANCA

Milano, 20 gennaio 2021

Tra le cose che non voglio più c’è la tristezza, la noia, la gravità, la timidezza, la distanza e i giorni senza respiro. Mi sono bastate queste poche battute di Io e te per capire che sono di nuovo in sintonia con Samuel che il 22 gennaio pubblicherà il secondo album solista BrigataBianca e in primavera-estate (pandemia permettendo) tornerà sul palco con i suoi Subsonica e forse anche da solo per raccontare questo nuovo disco solista.
Già ne Il codice della bellezza  (2017) avevo  trovato un microcosmo che mi apparteneva, ma in BrigataBianca confluisce davvero tutta la poetica (condivisibile) dell’artista: un misto tra il sound sempre ‘futuro’ dei Subsonica e un’estetica malinconica e leggera (ma solo in apparenza).
Testi d’autore che disegnano un mondo dove riconoscersi ma anche ballare. Felicità (con Fulminacci) è figlia dello stesso passaggio emotivo  di Io e te e ha una testo struggente: C’è qualcosa che adesso si è inceppato nel rumore della vita che non hai ascoltato, succede poi qualcosa che non ti aspettavi, lentamente accetti tutti insieme i tuoi dolori. Ti ricordi che domani in fondo è un altro giorno e che ci sei anche tu….  <<La felicità – dice Samuel – non è un apice ma una consapevolezza. Ho fatto riflessioni molto profonde già prima del lockdown e una certa frenesia mi stava davvero stretta. Tornato a casa da concerti e after party mi ritrovavo a fare i conti con la realtà, a prendere atto di chi ero veramente e del mio percorso. E’ questa consapevolezza, che arriva anche senza sottrarsi al dolore, il vero spiraglio di felicità>>
Nel tempo del silenzio e della pandemia Samuel pubblica  dunque un disco di riflessioni (nate prima del lockdown) e condivisioni. E riesce ad ottenere la convivenza pacifica tra hip hop, canzone d’autore ed elettronica. Ritroviamo Willie Peyote Giochi pericolosi: una sapiente miscela di voci nel tempo dell’amore in cui ci si dice addio. Incontriamo Johnny Marsiglia per Palermo, canzone affresco a tinte accese di una città che Samuel conosce bene, a metà tra una dichiarazione d’amore e un’invocazione a Santa Rosalia. Ensi che in Bum Bum Bum Bum incrocia le sue stringhe con la suadente morbidezza vocale di Samuel senza attutire l’efficacia del brano. E poi Colapesce in  Cocoricò, che racconta una serata e un incontro al Velvet con i Bluvertigo di Morgan (citato anche nel testo) e finita nel famoso locale di Riccione.
Tutte le 15 tracce di BrigataBianca di Samuel sono nate nel Golfo Mistico, lo studio in cui si è rifugiato durante questi difficili mesi, per creare nuova musica insieme ai produttori: Ale Bavo, Dade, MACE & Venerus, Machweo, Federico Nardelli e Strage. Fra i nomi dei musicisti da segnalare il tocco di Roy Paci all’arrangiamento, direzione dei fiati, alla tromba e flicorno soprano in due tracce.
Il Concept visivo che identifica BrigataBianca, progettato dall’Art Director Marco Rainò e tradotto nelle grafiche firmate da BRH+, presenta Samuel in un’inedita veste e  sulla sua uniforme, una giubba di ispirazione militare da “ussaro contemporaneo”, sono ricamati una fitta serie di simboli geometrici ad alto potere evocativo, ognuno dei quali è associato a uno specifico brano del disco. Riportati anche sulla bandiera che il cantante stringe sulla copertina, i simboli diventano i talismani di un nuovo viaggio artistico, i segni espressivi con i quali significare un racconto (anche) biografico di grande intensità. Bandiere che una volta tanto uniscono e non dividono. Dischi che fanno bene al cuore e alla coscienza.
Paola Gallo©

 

 

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