NEGRITA Desert Yacht Club:
“La musica è cambiata e rispondiamo all’assalto”

Milano, 10 marzo 2018

I Negrita fanno chiarezza sin dalla prima canzone Siamo ancora qua: “tra applausi e tra fischi, campioni di rischi e nei dischi qualcosa che ci salverà”. Desert Yacht Club è un album ruvido e completamente privo di compromessi. “La musica è cambiata e rispondiamo all’assalto…siamo la crew antiplastica ritmo per gente scafata che ne mastica, non è uno stile  è una guerra civile  che scava solchi di rabbia sul tuo vinile”. Desert Yacht Club  diventa l’approdo per chi non ha paura delle domande, della fragilità, di uno stile musicale che non fa l’occhiolino a quello che funziona. Il manifesto di una band che diventa bianca ma non  invecchia, che ha  storie tatuate in fondo all’anima e che accetta di essere qualcosa e non solo qualcuno.

Il decimo album in studio dei Negrita contiene undici tracce inedite, scritte e composte dai Negrita e prodotte da Fabrizio Barbacci. Il titolo, “Desert Yacht Club”, non è un semplice nome, ma un vero e proprio omaggio ad un luogo d’ispirazione: l’omonima oasi creativa fondata da Alessandro Giuliano nel deserto di Joshua Tree in California. Ed è proprio lì, da dove in fondo era partita l’ispirazione, che la band di Arezzo ritorna, per coerenza e necessità con i suoni, le parole e la vita che trascorre, i ricordi e la critica sociale che non si sopisce, mai.

Non torneranno più (che personalmente avrei scelto come primo singolo insieme a Siamo ancora qua) è la versione 2.0 di Ho imparato a sognare, una bella canzone che quelli della mia generazione sentiranno come il magone in gola: “Io guardo sempre avanti ho sogni più arroganti ma oggi no…Non torneranno più quegli anni spesi a ridere, la tua voglia di vivere mi manca amico mio”.

“Siamo ancora qua”

Ma lo sguardo sa spostarsi con acuta e sferzante rabbia sui comportamenti che ci alienano e ci lasciano soli  come La rivoluzione è avere 20 anni o Talkin’ to you (con un inserto tagliente e puntuale di Ensi). Ho scelto te incalza: “Non è certo il terrorismo quello che ci ucciderà , sarà la noia e l’edonismo di questo cesso di realtà. Tutti mirano alla vetta ma la vetta è solitaria e a star troppo  con se stessi manca quasi sempre l’aria”

La chiusura è affidata a una canzone scritta per gli amici “Aspettando l’alba” cantata da Drigo e probabilmente necessaria per elaborare un addio: “Queste poche righe non cercano una radio…quando le hai perdute scopri che le stelle sono le persone che capita di amare”. Il disco del ritorno è anche il disco della rinascita, ma forse anche un nuovo primo disco che rispetta la musica e le persone che la ascolteranno. Un disco onesto, un disco dei Negrita.

I Negrita torneranno a suonare dal vivo il 10 aprile a Bologna, Unipol Arena; il 12 aprile a Roma, Palalottomatica e il 14 aprile a Milano, Mediolanum Forum.
Puoi acquistare il disco qui. 

Paola Gallo©

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