DECIBEL la rivoluzione oggi è suonare
NOBLESSE OBLIGE il disco della reunion

Milano, 10 marzo 2017

L’appuntamento è allo studio di registrazione di Enrico Ruggeri, mixer e strumenti ben in vista a ribadire che lì si suona davvero e che i “campioni” rimangono semmai quelli sportivi. I Decibel sono seduti di fronte a me: Fulvio Muzio (col viso che ricorda McCartney), Silvio Capeccia ed Enrico che sembra davvero fiero del regalo che ha deciso di farsi per il suo compleanno: reunion, disco e tournée dei Decibel, quelli di Contessa e del punk rock italiano: NOBLESSE OBLIGE (in tutti i sensi).

Abbiamo iniziato con il candore di chi fa il primo disco – spiega Ruggeri – che è sempre quello più importante, perché non sai se verrà pubblicato e nemmeno se ne farai un secondo. Il progetto è nato pensando a un vinile cult per gli amici, magari ad un concerto in un club con 30 persone. Lo spartiacque è stata la frase ormai storica di Andrea Rosi (presidente Sony) “nicchia un ca**o” e da lì si è messa in moto tutta una macchina. Bene o male è successo quello che accade sempre con me: le case discografiche sanno che qualcosina ci guadagnano ma che certo non sarò io a salvare il fatturato e con i Decibel è successa la stessa cosa: hanno capito che non sarebbero falliti ma che non avrebbero potuto acquistare un piano in più di proprietà immobiliare e quindi ci hanno lasciato lavorare in assoluta autonomia. Ne è nato un disco completamente suonato che, detto così sembra la normalità, ma vi assicuro non lo è. In molti studi di registrazione si respira l’aria da veglia funebre di chi deve confezionare un prodotto con tutti i suoni già scritti e prestabiliti che danno come risultato un risotto precotto dal sapore indefinito. Noi siamo venuti qui e abbiamo suonato, abbiamo preso un bassista e un batterista e abbiamo inciso i brani e faremo la tournée nello stesso modo.

Noblesse Oblige raccoglie in un solo album il piano Contessa, il rock e le canzoni d’autore di Enrico Ruggeri

E’ il mondo di Vivo da re. Il più grande terrore era che sembrasse un disco di Enrico Ruggeri mascherato ed è la differenza sottile che oggi c’è tra l’idea e la trovata. Questa si dimostra un’idea. 

Guardando il suono di oggi, esiste o resiste il punk italiano?

Esiste solo una grande melassa – inizia Muzio – quando accendo la radio sento sempre la stessa canzone. Il problema non sono gli strumenti ma l’approccio. Devi decidere se vuoi fare canzoni originali o adeguarti a quello che è il diktat delle trasmissioni che chiedono un determinato suono. E’ come se per scrivere canzoni – prosegue Capeccia – si usasse un ricettario mettendo insieme quegli ingredienti ormai sta conosciuti che però sai che bene o male piacciono.  Trovo che ormai le pubblicità – chiude Ruggeri – suoni molto meglio delle canzoni.  

Tornando a voi, Noblesse Oblige è un disco consapevole ma in assenza di nostalgia 

Era un’insidia dietro l’angolo. In verità così come eravamo mosche bianche una volta, lo siamo ancora. Credo che il rock italiano si divida in due parti: quello che suonava come il primo album punk dei Decibel e quello che suonava come il secondo Vivo da re, dischi che non hanno venduto quasi niente ma che restano un riferimento cult a 40 anni di distanza. Questo nuovo lavoro ha più come obiettivo di durare 30 anni che riempire San Siro anche perché non è né nelle nostre capacità né nella nostra linea editoriale. E’ un album così “antico” da essere futuristico. 

Nei testi però come in Jackpot c’è l’oggi, la wi-fi, la ragazzina che vuole una foto…

Quando scrivo i testi – spiega Ruggeri – sono molto sensibile alle musiche. I miei testi migliori sono nati quando mi sono arrivate le musiche migliori, come  nel caso di Quello che le donne non dicono. Anche in questo caso Silvio e Fulvio mi mandavano le musiche e io la mattina dopo rispedivo la canzone. Scrivevo in tempo reale, ascoltavo la musica e faceva il testo perché la sintonia, la comunanza tra di noi è davvero eccezionale. 

Riuscirete a fermarvi a un disco?

Non lo so, adesso andiamo avanti a suonare fino all’estate (dal 17/3 il tour teatrale). Nella prima fase suoneremo i nostri tre dischi visto che alcuni brani di Punk o Vivo da re sono attualissimi anche oggi, tipo Lavaggio del cervello che parla dell’ingerenza dei media e soprattutto Superstar, scritta 3 anni prima dell’omicidio di John Lennon, che parla del rapporto malato tra i fan e gli artisti. Nella parte estiva aggiungeremo anche canzoni storiche di Enrico. 

Chiudiamo sull’eleganza, prendendo come spunto un titolo: Fashion

Per noi è fondamentale. Riteniamo che oggi il rock sia quello che ai nostri tempi era la musica classica. Il rock ha 50 anni. Noi siamo del 57 e quando eravamo bambini la musica di 50 anni prima era l’operetta, trio Lescano, Rabagliati, Vecchio scarpone, uno scollamento assoluto. Il marketing su questo disco va fatto come se si trattasse di musica classica: cofanetto, teatri, prezzi non bassi. Dobbiamo essere trattati come la musica classica. 

E se fra 7 giorni foste primi in classifica?

Vorrebbe dire che gli acquisti dell’élite si sono concentrati tutti in questa settimana, se invece lo fossimo per 5 settimane consecutive allora lì non saprei cosa rispondere

Paola Gallo©

 

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