NICCOLO’ FABI: “Vince chi molla”
Live al Carroponte

Milano, 6 settembre 2021

Profondo ed introspettivo non fa necessariamente rima con noioso e anche se Niccolò Fabi ride spesso sul “tenore” delle sue canzoni io lo trovo sempre necessario. Alla fine del concerto al Carroponte si balla All night long con tanto di piccola performance sul palco, ma, durante, si può pensare, riconoscersi, lasciare andare un po’ di paure e, perchè no, quel magoncino di fine estate che appesantisce il cuore.

Sostenuto sul palco da un “fortino” musicale formato dagli ottimi e rodati Pier Cortese, Roberto Angelini e Bianco a cui lascia spazio anche per le loro Te lo ricordi, Condor e Fantastico (feat. Niccolò) più Daniele “mf coffee” Rossi e Filippo Cornaglia, Fabi propone una scaletta che attraversa il tempo e parla di vita attraverso le canzoni, ma senza fermarsi mai in superficie. Si parte con Evaporare per arrivare subito a Una somma di piccole cose che saranno quelle che potranno salvarci se non ci avrà colpito prima un asteroide;-)

Nonostante il tour e le date fossero state rimandate, posticipate e rimaneggiate a causa della pandemia, il pubblico di Milano (Carroponte) sembrava non essersene mai andato: attento, innamorato, ha seguito con cura le frasi che si diluivano negli assoli di chitarra o nelle parole forti appoggiate lievemente alla tastiera. Ha ascoltato e cantato, è entrato nei testi e si è emozionato e, in questo rito collettivo, ha riscoperto la bellezza di un impegno, di una comunità orfana di una democrazia che non sia un paravento di onore e dignità, misura e sobrietà e di una terra che è soltanto calpestata comprata, sfruttata, usata e poi svilita. Orfana di una casa, di un’Italia che è sparita.

Seduta tra il pubblico pensavo proprio a questo: al piacere di ritornare  a condividere non solo le emozioni di un concerto, ma anche il senso di appartenenza costruito da canzoni per bene e coraggiose che parlano proprio con te che non hai paura di perdere perchè la salvezza non si controlla e Vince chi molla, che stai ancora imparando a rinunciare alla perfezione (Costruire) e che fai finta di credere che chi fa successo se lo merita (Facciamo finta). In una società velocissima che si testa su quel che appare senza entrare mai nel cuore delle cose, un concerto di Niccolò Fabi è sicuramente una sosta di benessere non artificiale, una possibilità di approfondire e sentire una band che sa creare e difendere i suoni e le idee come quelle contenute ad esempio in  Io sono l’altro (qui un approfondimento), canzone che riesce a provocarmi ogni volta come la prima. Mica facile in tempi di populismo prendere le distanze dai giudizi semplici e guardare senza indulgenza anche se stessi. Nel tempo Niccolò Fabi ci ha protetto dalla paura dell’approfondimento e del dolore e il Carroponte acclamante gli ha tributato l’ennesimo GRAZIE.

Paola Gallo

 

 

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