ENRICO RUGGERI
Un viaggio incredibile Tour
Intervista e #RecensioneFunky

Milano, 8 novembre 2016

Al teatro Nazionale di Milano si conclude con uno show casalingo un anno, oltre che un viaggio, “Incredibile” per Enrico Ruggeri. A pochi minuti dall’inizio dell’ultima data l’ho raggiunto in camerino per fargli qualche domanda, a partire dallo stato d’animo che accompagna l’ultimo giorno di scuola…

 

Quali fotografie porta a casa?

Libri, musica, progetti artistici, il Premio Bertoli cosa lo aspetta nel futuro?

Finita la chiacchierata scendo in teatro, naturalmente dopo aver saluto il mitico Beccalossi che non manca mai. Si spengono le luci puntualmente alle 21.00 e la notte (di stelle) parte con una bella idea. I musicisti fanno il loro ingresso alternandosi al piano. Qui si suona davvero, sembra la dichiarazione implicita.

Enrico saluta e ricorda che la prima data a Milano (aprile 2016) rappresentava l’inizio delle votazioni per un importante referendum: se si potesse ancora fare questo genere di musica in Italia. La risposta l’hanno data tutti quelli che hanno seguito il viaggio di quasi un anno che gradiscono la raffinatezza e lo swing di brani come Tre Signori. L’alchimia è evidente e si stempera nei primi applausi a scena aperta su Marta che parla con Dio, suonata da Ruggeri al pianoforte.

I colori e le luci sono spesso taglienti, ma a volte creano la giusta tensione o penombra come sul brano che io amo molto: Trans, una delle tante radiografie che Enrico riesce a fare dei cuori altrui.

Nuovo ipnotico giro di tastiere anche per un classico Portiere di notte e una presentazione speciale per La preghiera del matto: “sono contento che anche altri abbiano scritto dopo di questo tema della follia”. Il futuro è un ipotesi trascina tutti sotto il palco e Un Viaggio incredibile chiude il primo tempo. Si riapre con un altro classico I dubbi dell’amore e si continua a viaggiare in una scaletta generosa di canzoni conosciute e spiegazioni autorali come quella che accompagna Il volo su Vienna e gli italiani che vinsero la prima guerra mondiale. Una scaletta ben calibrata che sa misurare quadri commoventi come La badante e compiacersi nel sound di Bowie in Life on Mars.

Ti avrò, Il mare d’inverno, Polvere e un  rock tagliente su Poco più di niente trascinano il pubblico nel grande finale. E’ l’ultimo giorno di scuola di un anno che non ha né debiti né crediti, ma solo una brillante promozione.

ruggerigallo

Paola Gallo©

 

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